Quando diciamo a un bambino cosa non fare, otteniamo spesso l’effetto opposto. Frasi come “Non correre!” o “Non toccare!” sembrano semplici, ma per i più piccoli possono essere fuorvianti. La psicologia infantile ci insegna che il cervello dei bambini tende a visualizzare immagini concrete più che concetti astratti. Quindi, se diciamo “non correre”, il bambino immagina… correre!

Perché accade questo? Il linguaggio crea immagini mentali. Dire “non salire sul divano” porta l’immagine proprio di un bambino che salta sul divano. Invece, è più utile dire cosa fare: “Siediti sul pavimento con i giochi” dà una direzione chiara e positiva.

Un altro punto cruciale è che i bambini, soprattutto piccoli, non sempre comprendono le implicazioni di ciò che non devono fare. Se diciamo “non toccare il forno”, non stiamo spiegando cosa fare in alternativa né perché evitarlo. Una frase come “Tieni le mani sul tavolo mentre cuciniamo” è molto più efficace.

Infine, dare indicazioni negative lascia spazio a troppe interpretazioni. “Non urlare” può diventare “emetto versi strani”, perché il messaggio non è chiaro. Invece, “parliamo piano perché il fratellino dorme” orienta verso un comportamento preciso.

Per migliorare la comunicazione con i bambini, è essenziale passare da un linguaggio basato sul divieto a uno basato sull’azione positiva. Usare frasi che descrivano cosa fare aiuta a creare immagini mentali funzionali, favorisce l’apprendimento delle regole e riduce conflitti e frustrazioni.

Parla con chiarezza, guida con l’esempio e mostra ciò che vuoi vedere. È questo il segreto per educare con efficacia e serenità.