
I capricci nei bambini sono una parte naturale della crescita. Spesso si manifestano nei primi anni, ma possono continuare anche oltre. Si tratta di esplosioni emotive che nascono da frustrazione, stanchezza o difficoltà nel comunicare i propri bisogni. Non sono “dispetti”, ma segnali di disagio che richiedono ascolto e comprensione.
Durante un capriccio, il cervello del bambino è in uno stato di forte attivazione: ragionare o imporre regole in quel momento è inutile. Il primo passo è mantenere la calma. Offrire contenimento fisico (se accettato), un tono di voce rassicurante e una presenza stabile può aiutare il bambino a sentirsi al sicuro e tornare a uno stato emotivo più equilibrato.
Una volta che la crisi si placa, è possibile intervenire con dolcezza e fermezza. Aiutare il bambino a dare un nome alle emozioni è fondamentale: “Sei arrabbiato perché volevi ancora giocare”. Questo gli permette di iniziare a riconoscere e regolare ciò che prova.
Per ridurre la frequenza dei capricci, è utile osservare quando e perché accadono: spesso si verificano in momenti di transizione, fame, sonno o cambiamento. Anticipare i bisogni e stabilire routine chiare può prevenire molte crisi.
È importante ricordare che non possiamo controllare le emozioni dei nostri figli, ma possiamo guidarli nella comprensione e gestione di ciò che provano. Con tempo, pazienza e connessione, ogni capriccio può trasformarsi in un’occasione di crescita emotiva.